Serenamente a mollo fra le onde del mare, l'imprevisto può assumere le sembianze di una medusa, che provoca dolorosissime reazioni infiammatorie. Quando ciò accade, è opportuno adottare misure dettate dal buon senso e dalla pratica medica.
Ecco alcuni consigli utili:
- per quanto difficile possa sembrare, la prima cosa da evitare è di cominciare a grattarsi, perché ciò stimola l'attività muscolare e di conseguenza la diffusione della sostanza tossica nell'organismo.
Evitare l'uso di urina per alleviare il dolore, contrariamente a quanto sostiene l'opinione comune. Meglio versare lentamente dell'acqua di mare per mitigare le bruciature. Nel caso ci fosse nelle vicinanze un supermercato, anche l'uso di aceto può essere utile.
- non strofinare in nessun caso occhi e bocca;
- non usare né acqua fredda né ghiaccio;
- non lavarsi con acqua dolce per evitare la produzione di neurotossine che potrebbero causare danni al sistema nervoso centrale;
- lavare la ferita con acqua salata e bicarbonato;
- evitare soluzioni che derivano da luoghi comuni popolari come gli impacchi di ammoniaca, sui cui effetti non c'è accordo in seno alla comunità scientifica. 
- non utilizzare neanche l'alcool perché potrebbe favorire l'apertura dei nematocisti, le cellule rilasciate dalle meduse; 
- rimuovere i frammenti dei tentacoli con le mani e non con delle pinzette per evitare la lacerazione dei tessuti e la fuoriuscita di tossine.
I nematocisti causano una reazione infiammatoria che si caratterizza per la presenza di sintomi quali gonfiore, eritema, bolle, sensazione di bruciore e di dolore. Ciò è dovuto all'effetto tossico del liquido contenuto nei nematocisti. Uno studio americano ha mostrato l'efficacia della lidocaina nell'inibizione del rilascio delle tossine, oltre a svolgere un'azione anestetica lenitiva sull'epidermide.
Nei casi più gravi, tuttavia, vengono utilizzati gli steroidi, che riescono a controllare le complicanze infiammatorie più serie.

In ogni caso è sempre meglio rivolgersi a un medico.